Prossimo a festeggiare nel 2021 i cento anni di attività, il Gruppo Sabelli opera da quattro generazioni nel settore caseario. Grazie a otto piattaforme logistiche serve tutto il Centro Italia e i suoi prodotti hanno fatto centro in diversi paesi europei. Ne abbiamo parlato con l’Ad Simone Mariani.
La storia del Gruppo Sabelli, tra i principali produttori italiani di formaggi freschi e leader di mercato nei segmenti burrata e stracciatella, è un esempio significativo di crescita aziendale che tiene insieme tutti gli elementi riconosciuti quali fattori fondamentali di sviluppo della piccola e media impresa italiana.
Il caseificio Sabelli nasce in Molise nel 1921 ad opera del fondatore Nicolangelo. È il figlio Archimede – oggi presidente onorario del Gruppo – che, appresa l’arte casearia del padre, trasferisce nel dopoguerra l’attività nelle Marche, prima a Fermo poi ad Ascoli Piceno, in un’area dove la produzione del latte potesse attecchire maggiormente, spendendosi in prima persona per convincere gli agricoltori locali a diversificare l’attività diventando allevatori.
L’azienda cresce e oggi “è una realtà con un bilancio consolidato nel 2020 di 160 milioni di euro e circa 500 tra dipendenti e collaboratori”, spiega Simone Mariani, Amministratore delegato del Gruppo Sabelli, che ha unito all’esperienza aziendale quella associativa ed è attualmente presidente di Confindustria Centro Adriatico. Quattro i siti produttivi del Gruppo: allo storico stabilimento di Ascoli Piceno si sono aggiunti negli ultimi anni, grazie ad una mirata strategia di acquisizioni volta a potenziare e diversificare la produzione, la Trevisanlat di Castelfranco Veneto, la Ekolat in Slovenia e da ultimo il Caseificio Val d’Aveto, specializzato nella produzione di yoghurt colato e formaggi tipici della tradizione ligure.
Mariani è esponente della quarta generazione a capo di un’azienda che è rimasta a guida familiare, ma che ha voluto aprirsi alla managerializzazione, al dialogo con il mondo finanziario e ai mercati esteri. Il Gruppo è infatti presente con i suoi prodotti in molti paesi europei, tra i quali Spagna, Inghilterra, Francia e Germania. “Il nostro primo target all’estero – spiega – è stato il mondo della ristorazione, la cultura italiana ci ha in un certo senso permesso di trovare una porta aperta e di valorizzare l’artigianalità di prodotti di alta qualità e di nicchia. Anche la partecipazione alle grandi fiere europee di settore è stato un importante momento di crescita e lo sarà anche in futuro”.
Fattore fondamentale nelle strategie industriali dell’azienda è la logistica, elemento imprescindibile per un tipo di prodotto fresco che deve arrivare al consumatore in tempi rapidissimi e in piena sicurezza e che è diventata negli anni un ulteriore settore di business. “Dal 1985 – afferma – la nostra scelta è stata quella di dotarci di un sistema logistico controllato ed efficiente, che oggi conta otto piattaforme distributive dislocate nel Centro Italia, che portano sul mercato i prodotti del Gruppo ma anche quelli di altri brand alimentari”.
Sposare le logiche della crescita ha significato per il Gruppo Sabelli capitalizzare adeguatamente l’azienda: “Reinvestire gli utili nel business e nel contempo costruire relazioni consolidate con il sistema bancario ha consentito di rafforzare l’impresa e metterla in condizioni di solidità finanziaria, importanti anche per affrontare shock imprevisti”.
Come l’emergenza coronavirus e il lockdown dei mesi scorsi, durante i quali il Gruppo Sabelli ha subìto il crollo delle vendite del settore Ho.Re.Ca (Hotellerie, Restaurant e Catering, ndr), ma non si è fermato per far arrivare i prodotti ai canali distributivi e ai consumatori. “In pochi giorni dall’inizio dell’emergenza abbiamo adottato tutte le misure di prevenzione e di sicurezza necessarie: dai dispositivi di protezione individuale alle regole di distanziamento, alla misurazione della temperatura, rivedendo modalità di lavoro ampiamente consolidate. Tutti i nostri collaboratori si sono messi a disposizione dell’azienda e del Paese. A loro va il ringraziamento per il gioco di squadra che tutti insieme abbiamo realizzato”.
Parla con orgoglio Mariani del senso di appartenenza delle donne e degli uomini del Gruppo, di relazioni positive con i dipendenti e costruttive con i sindacati, orientate al miglioramento delle condizioni di lavoro, che portano a maggiore produttività, all’investimento sulle persone, che sono la principale risorsa aziendale. “Per crescere bisogna innanzi tutto volerlo – aggiunge l’Ad – avere capacità di guardare ai mercati, ma occorre anche una squadra di manager e collaboratori capaci di gestire e governare questo percorso”. E proprio per le performance aziendali e di gestione il Gruppo Sabelli ha ricevuto per due anni consecutivi il riconoscimento “Best Managed Companies” di Deloitte.
Per quanto riguarda il futuro è necessario guardare avanti, cercare soluzioni. “Come presidente di Confindustria Centro Adriatico raccolgo il sentimento di sconforto di tanti colleghi che operano in settori in grande sofferenza. Stiamo mettendo anima e corpo nelle imprese e come sistema-Paese dobbiamo superare questa situazione”.
Un tema fondamentale nel sud delle Marche è la scarsa dotazione infrastrutturale: “Viviamo disagi gravissimi con la situazione di congestionamento del tratto piceno dell’A14, in un territorio già provato dagli eventi sismici e con la presenza di aree di crisi complessa. Oggi occorre allinearci, con ingenti investimenti in infrastrutture ferroviarie e autostradali, alle condizioni di competitività delle altre aree del Paese”.
Alla soglia dei cento anni di attività, che il Gruppo Sabelli celebrerà nel 2021, la chiave di volta secondo Mariani rimane la capacità di mantenere relazioni costruttive tra gli azionisti, che devono essere uniti e mettere l’azienda davanti a tutto. “La mia famiglia nel corso della sua storia ha avuto questa capacità – conclude. – Serve una grande coesione in azienda e nel Paese per affrontare le grandi sfide, a volte inattese, che abbiamo di fronte”.
Tratto da www.limprenditore.com